LA STAMPA – Mercoledì 18 Settembre 2002, pag. 16


«Il nuovo telo ha caratteristiche tali da evitare il formarsi di microrganismi»
«Sono state tolte solo polvere e sporcizia»
La Diocesi di Torino rassicura: «Potevano causare problemi di conservazione»

di
Marco TOSATTI

Marco Bonatti, portavoce della Diocesi di Torino, risponde ai dubbi sollevati da molte parti sul “restauro” della Sindone. «Come è stato già da tempo annunciato, il Custode, cardinale Severino Poletto, insieme con i suoi assistenti, ha convocato per sabato una conferenza stampa durante la quale verranno fornite tutte le informazioni sugli interventi effettuati, che avevano lo scopo di garantire le migliori condizioni possibili di conservazione per la Sindone. E´ dal 1992 che la Commissione per la conservazione (organismo permanente, che non ha nulla a che vedere con il Simposio internazionale del 2000 o con i congressi di sindonologia) studia e via via mette a punto nuove condizioni di conservazione per la Sindone (si pensi alla sistemazione orizzontale, o alla realizzazione della nuova teca)».

Di che cosa si parlerà allora sabato?

«Sabato vengono presentati nel dettaglio gli interventi che hanno riguardato la scucitura del telo d´Olanda, che è stato sostituito con un altro telo che ha una serie di caratteristiche chimiche - né troppo acido né troppo basico - in modo da non favorire la creazione di microrganismi, e così via. Sono state scucite tutte le toppe e questo ha rivelato che fra le toppe e il telo si era accumulata una relativamente grande quantità di sporcizia».

Che cosa ne è stato fatto?

«C’erano pezzetti di tessuto bruciato, polvere, detriti. E’ stata tutta rimossa e ovviamente catalogata e bruciata (errata corrige: conservata). Nessuno si sogna di buttare via nulla: all’inizio c’erano state anche delle accuse di aver fatto le cose in fretta. Se si fosse tenuta ancora lì quella sporcizia, potevano crearsi condizioni di conservazione peggiori».

Era necessario compiere quest’operazione?

«A questa domanda risponderà il Custode della Sindone, sabato, il cardinale Severino Poletto. Mi rifaccio però a quanto già aveva dichiarato in agosto al quotidiano “Avvenire”. Era necessario perché gli studi della Commissione della Conservazione avevano indicato come un rischio il fatto che adesso che la Sindone è distesa, e di conseguenza il problema delle pieghe si è molto ridotto, ci poteva essere un problema ulteriore originato dai processi chimici sul tessuto. Ora che si sono tolte le toppe, si è eliminata la sporcizia e spazzata via la polvere che si era depositata, la Sindone diventa più leggibile, e in condizioni migliori per essere conservata».

m. tos.


HOME