AVVENIRE – Sabato 10 Agosto 2002, pag. 7

Sacra reliquia – I lavori effettuati in questi giorni hanno l’obiettivo di assicurare le migliori condizioni di conservazione. L’intervento portato a termine con il consenso unanime della Commissione internazionale è stato autorizzato dalla Santa Sede.
Poletto: «Sindone, restauro riuscito»
L’arcivescovo di Torino: a settembre informazioni e immagini del Telo “rinnovato” saranno messe a disposizione dell’opinione pubblica e della comunità scientifica. In arrivo una pubblicazione speciale
di
Giulio ZAMBRELLI

«Nel prossimo settembre - ci informa il cardinale Poletto - saranno messe a disposizione dell'opinione pubblica e della comunità scientifica internazionale tutte le informazioni sugli interventi recentemente effettuati sulla Sacra Sindone; e saranno anche disponibili, per tutti, le immagini del Telo "restaurato"». Un'apposita pubblicazione conterrà le nuove immagini della Sindone. Ma fin d'ora l'arcivescovo di Torino, custode della Sindone, tiene a precisare: «Gli interventi sono stati eseguiti in modo riservato non per smania di segretezza, quanto per garantire la necessaria calma a chi doveva lavorare, oltre che per evidenti ragioni di sicurezza».

I lavori effettuati sulla Sindone si inseriscono pienamente nelle indicazioni che in questi anni la Commissione per la conservazione ha fornito al Custode (della Commissione fanno parte scienziati di varie nazioni, il cui compito è di studiare le migliori condizioni di mantenimento del Telo, ed indicare le applicazioni necessarie).
«L'intervento di restauro eseguito - dice ancora il cardinale Poletto - è stato autorizzato per iscritto dalla Santa Sede. Ed è stato effettuato adempiendo pienamente alle due condizioni che la Santa Sede stessa aveva richiesto: che vi fosse il consenso unanime dei membri della Commissione per la conservazione della Sindone, e che venissero debitamente informate e tenute al corrente le autorità dello Stato italiano (la Soprintendenza regionale piemontese al Patrimonio, ndr) competenti».

Tutti gli Arcivescovi di Torino Custodi della Sindone nel dopoguerra, da Fossati a Pellegrino, da Ballestrero a Saldarini ed ora Poletto hanno sempre ritenuto il problema della conservazione come assolutamente prioritario: per questo esiste da anni una Commissione incaricata di studiare e mettere a punto gli interventi sul Telo. Ovviamente le indicazioni della Commissione sono sottoposte all'approvazione del Custode e del Santo Padre che dal 1983, per lascito testamentario di Umberto II di Savoia, è proprietario della Sindone.

La "svolta" nella strategia di conservazione si è avuta con la decisione di mantenere il Telo non più arrotolato intorno a un rullo di legno, come è stato per secoli fino al 1997, quando la Sindone si trovava nella Cappella del Guarini e poi nel Duomo di Torino fino all'incendio dell'11 aprile. Per mantenere la Sindone distesa è stato necessario studiare un "sistema" interamente nuovo, poiché il Telo misura m 4,36 per 1,10, e risulta dunque decisamente più "ingombrante" di una casetta di legno… In questi anni, dal 1997 in poi, sono state via via realizzate le teche per le ostensioni del 1998 e del 2000, e la teca per la conservazione permanente; nel Duomo di Torino sono stati individuati e attrezzati gli spazi per la custodia della Sindone stessa, in modo che abbia una collocazione dignitosa e sicura senza però interferire con la vita liturgica della Cattedrale.
Anche gli interventi più recenti sul Telo (effettuati in prossimità delle due ostensioni del '98 e del 2000, e ora nella tarda primavera del 2002) vengono a completare la nuova strategia di conservazione: mantenendo in questi anni la Sindone distesa, è stato infatti possibile contenere il problema delle "pieghe", che increspavano il tessuto e rendevano problematico ogni spostamento o srotolamento. "Gli ultimi interventi - commenta ancora il Custode - sono stati urgenti e necessari, perché hanno contribuito a rimuovere dal Telo impurità e residui che potevano compromettere nel tempo le condizioni di conservazione, e danneggiare la leggibilità stessa dell'immagine". Ovviamente tutto il materiale raccolto non è "disperso", ma è catalogato e viene conservato con cura. Per il cardinale, questo intervento rivelerà nei prossimi anni tutta la sua utilità "storica", proprio perché avrà contribuito a restituire la Sindone alle migliori condizioni possibili di mantenimento, in rapporto anche alle tecnologie di cui la scienza attualmente dispone.

Il lavoro della conservazione non ha niente da spartire con il programma di ricerche scientifiche sulla Sindone; così come non è in programma nessun'altra prova con il Carbonio 14 per verificare la datazione del Lenzuolo.


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